Giocattoli

Il mio percorso verso la ricerca sul tema dei giocattoli, partendo dalla natura morta ha una sua storia e la racconto in breve. Cercavo sempre di più una mia identità per entrare meglio nel mondo del mercato dell'arte.
Tutto questo successe per un incontro molto fortunato con un critico d arte un sabato pomeriggio a Reggio Emilia, durante lo stesso anno in cui stavo anche terminando la mia tesi all'Accademia di Belle Arti di Verona nel 2007.
In quel periodo mi ero inserito un po di più nel web attraverso dei social d arte di quel momento, quando un giorno mi chiamò una persona, un critico d arte, che venni a sapere poi era stato anche ministro di beni culturali a Roma, alcuni anni prima, ed era una persona molto importante, dico era perché purtroppo morì qualche anno dopo.
Il motivo del nostro incontro nel 2007 a Reggio Emilia nel suo ufficio, era per mostrargli alcune nature morte che portai a far vedere dal vivo a lui. Nonostante la mia giovane età, avevo 26 anni, e trovò che le mie nature morte erano molto ben realizzate tecnicamente e molto dettagliate, e si sorprese del mio talento. Però lui mi consigliò delle cose molto importanti, perché conosceva bene artisti molto famosi del genere iperrealista italiano (con cui due anni dopo fui invitato a esporre alla grande mostra sulla figurazione italiana al Castel Sismondo , a Rimini). Lui era il curatore principale di tutti i più famosi artisti italiani iperrealisti, figurativi, astrattisti, fino a quel momento dell arte contemporanea in Italia, e mi consigliò l uso di alcuni colori e medium e tele che potevano donare ai miei dipinti una qualità molto più brillante di cio che usavo io.
Fino a quel momento usavo marche di colori e diluenti che conoscevo solo tramite negozi limitrofi, ma quando provai queste nuove marche di colori, fino ad allora sconosciute per me, mi affezionai cosi tanto che anche potevo vedere effetti più luminosi nei miei dipinti. Lui mi disse che avevo gia allora molto talento, ma che la natura morta che rappresentavo io non funzionava molto nel mercato dell arte.
Nonostante il mio talento io dovevo cercare un mio soggetto piu personale per identificarmi e per poter esporre alle sue iniziative artistiche in italia. Già c’erano grandi artisti in italia come Luciano Ventrone, Giuseppe Gigli, Riccardo Evangelisti, Andrea Boyer, Daniela Montanari, e tanti tanti altri che dipingevano ritratti o nature morte e che si erano già identificati in quel genere e io non avrei avuto un posto con loro perché ero ancora troppo debole di identità con i miei dipinti e mi mancava quel qualcosa che potesse farmi riconoscere alle mostre e ai collezionisti come il pittore iperrealista Tagliaferro. Così dopo l'incontro di quel sabato pomeriggio d'inverno tornai a casa e passò un pò di tempo, qualche mese, e mi misi a riflettere su cosa potevo scegliere come soggetti per identificarmi meglio nella mia pittura. Un giorno guardando a casa tra le cose vecchie in soffitta ritrovai un vecchio pupazzo di plastica, un Pinocchio della marca Ledra plastic, famosa negli anni 60 per aver realizzato pupazzi in gomma snodabili. La Ledraplastic S.p.A., fondata nel 1963, è stata una delle prime aziende ad utilizzare il metodo dello stampaggio rotazionale per la lavorazione del vinile atossico. Nel primo ventennio la produzione si è concentrata sul giocattolo per la prima infanzia, il cui fiore all’occhiello sono stati i pupazzi realizzati su licenza della Walt Disney Company. Da metà degli anni ottanta l’azienda si è affermata in vari settori che spaziano dal giocattolo al fitness passando per la fisioterapia e il wellness. Gymnic – The Way to Move – è il brand con cui la Ledraplastic presenta al mercato i suoi prodotti, tutti progettati sulla base dei concetti di movimento e benessere e indirizzati a tutte le fasce d’età.
Quel pinocchio di gomma che ho trovato fu un po l inizio della mia fortuna nella ricerca del mio nuovo modello di identità pittorica per le future esposizioni d arte. E’ arrivato a me, tramite mia cugina più grande che ci giocava e avevo poi saputo che lo regalo a me quando avevo un anno, ma io ero troppo piccolo per sapere certe informazioni prima di arrivare a un certo punto della mia vita in cui lo riscoprii come per caso. In questo Pinocchio di gomma snodabile vidi le caratteristiche della vecchiaia e dell uso consumato del giocattolo. La plastica aveva sbiadito un po il colore nonostante non fosse perso del tutto in certi punti ma era molto deteriorato. Ma nonostante questo deterioramento, fu questa caratteristica che mi permise di trovare il mio primo soggetto diverso da rappresentare in pittura e decisi che il tema dei giocattoli antichi doveva diventare il mio nuovo filone artistico, la mia nuova meta per essere in qualche modo riconosciuto in mezzo a tanti altri artisti diversi tra loro.
Realizzai per un periodo non lungo circa una decina di opere, per essere esatti, sono state 9 nature morte con i giocattoli che potete vedere nel mio sito. Quando mostrai al critico, tramite email un paio di immagini di opere iperrealiste sui giocattoli, ne fu entusiasta, e decise di inserirmi nella rassegna d arte sulla figurazione italiana a Rimini, con tanto di catalogo molto importante e cento artisti partecipanti tutti famosi in Italia, e io ero il più giovane di tutti, e per me fu una grande felicità perché non pensavo fossero piaciute cosi tanto a lui questi due nuovi dipinti con giocattoli. Questa mostra si svolse nell estate del 2009, esposi il mio unico quadro di Pinocchio, ma contemporaneamente a questa presi un invito dallo stesso critico a partecipare a una mostra molto più selettiva in quell autunno 2009 sempre con il tema dei giocattoli, in una galleria d arte a San Gimignano e avevo preparato tre opere (anche se la galleria ne voleva almeno cinque ma purtroppo non sono riuscito a farne cinque, e così partecipai con tre. All'inizio questo gallerista non mi conosceva e lui non era molto convinto di farmi esporre, non mi conosceva e conosceva per lo più nature morte con frutta dei miei dipinti, ma avevo solo tre opere nuove sui giocattoli. Il gallerista era una persona che pretendeva davvero molto da un artista e se i era selezionato in una sua galleria era per sempre o altrimenti niente, non c’ erano altre possibilità. Quando parlai con il gallerista per la prima volta al telefono lui mi disse che la mia tecnica pittorica, gli piaceva molto ma un po meno le nature morte con giocattoli cosi fermi e statici. Il suo gusto personale in galleria avrebbe voluto delle opere con dei giocattoli dipinti si, ma in movimento e in situazioni un po disordinate, e non studiate come una natura morta. Il fatto sta che il critico d arte riuscì a convincerlo di farmi esporre lo stesso nella sua galleria d arte in centro a San Gimignano, e così ebbi l'onore di rientrare tra i pochi eletti (sei artisti) nella squadra degli artisti iperrealisti più noti e quotati d'Italia. Alla mostra che durò una quindicina di giorni le mie opere furono tutte acquistate, il Pinocchio e le altre due nature morte. Le mie opere in quel periodo di mostra furono le più richieste rispetto a quelle degli altri artisti già molto famosi.
Poco dopo, nel mese di novembre 2009 il critico mi chiese di preparare una piccola opera sul tema del giocattolo 30x30 cm, perché in una galleria di Catania, lui stava organizzando per dicembre 2009 un'altra mostra con altri pittori iperrealisti ma tutti dovevano preparare un opera da 30x30 cm. Trovai come soggetto di questa piccola tela le biglie colorate di vetro, e decisi di interpretare il vecchio gioco delle biglie di vetro. Il critico quando lo vide fu più che felice del salto di qualità che stavo cercando in me nella pittura e decise che questo mio piccolo quadro doveva diventare il simbolo della pittura iperrealista italiana d'ora in poi e fu inserito nell'articolo dedicato all'iperrealismo italiano nell'art dossier di Philippe Daverio nel settembre 2010. L'articolo si intitolava “l'inganno del visibile” che potete leggere nel mio sito web. Sempre nel 2010 avevo deciso di riprovare a partecipare con questa piccola opera al premio arte di Milano indetto da Cairo Mondadori, e fui selezionato subito tra i primi 40 finalisti con questa piccola opera e venni ad aumentare così la mia visibilità come pittore nazionale. Qualche mese dopo la premiazione al premio Arte Mondadori, (articolo che trovate in pdf nel mio sito) mi contattò un altro critico d arte, che scoprii essere il biografo del grande artista del Novecento Pietro Annigoni. Le sue opere sono conosciute in tutto il mondo, e lui era conosciuto come il Michelangelo del Novecento. Quest altro critico d arte decise di investire nella mia piccola opera 30x30 e su tutte le mie opere nuove che avrei dipinto, nature morte, ritratti, giocattoli e di promuovermi insieme a molti altri artisti sempre di fama nazionale e mondiale.
Ma la fase pittorica dei giocattoli non fu solo un grande riscontro alle mostre di pittura con artisti nazionali, fu oggetto anche della scelta da parte di collezionisti di giocattoli molto importanti in italia tramite pubblicazioni in libri importanti di giocattoli di gomma della Ledra Plastic, tra cui un veneziano molto noto nel modo per avere la più grande collezione di giocattoli di gomma degli anni 60. Decise di pubblicarmi con una breve citazione sul pinocchio in un libro che si chiamava: https://www.creaturedigomma.com/
Pubblicato nel 2013, questo libro non è solo un catalogo aggiornato, ma raccoglie moltissime informazioni sulla produzione, sulla storia, sulle case produttrici italiane ed europee. Vi è inoltre un intero capitolo dedicato al Carosello e molto altro ancora.
Un'altra occasione si presento qualche anno dopo nel 2017 tramite una scrittrice romana, che scrisse un libro intitolato “LEGO E ALTRI GIOCATTOLI, le idee che l'arte ha rubato ai bambini”.
https://artangy.com/lego-e-altri-giocattoli/
https://www.amazon.it/altri-giocattoli-%C2%ABrubato%C2%BB-bambini-colori/dp/8867766694
Lego, Barbie, Playmobil, Puffi, Mini Pony. Sono questi i nuovi soggetti e, in alcuni casi, perfino i nuovi strumenti dell'arte. Sono sempre più numerosi, infatti, gli artisti, pure veri e propri "big", che prendono ispirazione dai giocattoli più noti e diffusi, in particolare negli anni Settanta e Ottanta, per creare opere d'arte. Si comincia dal Lego in un viaggio intorno al mondo tra sculture, dipinti, street art, che va dall'americano Nathan Sawaya al cinese Ai Weiwei, dagli olan-desi Leon Keer e Jan Vormann al tedesco Martin Heuwold, in arte MegX, fino agli italiani Stefano Bolcato e Udronotto. Poi, le Barbie, che hanno ispirato Andy Warhol, Catherine Théry, Francesco De Molfetta, Jocelyne Grivaud, Pool & Marianela, Freya Jobbins, David Parise. E i Playmobil di Pierre-Adrien Sollier, Mat Kemp, Ivan Madrigal, Nikos Rakka, i puffi di Paolo Tagliaferro e Mamafaka, i My Little Pony di Mari Kasurinen e così via, passando per il Dolce Forno celebrato da Max Ferrigno, i Care Bears di Jerkface, giochi da tavolo e videogame. Una vera e propria seconda giovinezza per i giocattoli e pure per l'arte. Tra storia, sculture, dipinti e nostalgia, una ricerca delle radici di questa nuova "passione" internazionale, raccontata anche attraverso interviste agli artisti. Un viaggio nei decenni e nelle tecniche, per illustrare come mattoncini, bambole, personaggi e giochi da tavolo hanno costruito il nostro immaginario. Il primo studio approfondito sul giocattolo contemporaneo come icona pop.