Ritratti
Durante la mia produzione artistica, oltre alle nature morte, ho anche la passione per i ritratti. Il mio primo ritratto lo dipinsi nel 1998, fu il mio autoritratto, che fu esposto alla mostra di fine anno scolastico, insieme alle altre opere dei miei compagni di scuola alla Basilica Palladiana in piazza dei Signori a Vicenza nel 2000.
La tecnica con cui amo dipingere anche i ritratti è quella caravaggesca, perché ai tempi del liceo artistico vidi per la prima volta delle opere di Caravaggio e volevo imitare la sua immensa luce divina che riusciva a dipingere in contrasto al forte buio, e questa cosa mi colpì molto, e io volevo imparare a dipingere così come lui. Infatti dopo aver visto le sue opere iniziai a studiare i suoi colori e le sue mescolanze.
Nel mio primo autoritratto quando lo finii rimasi molto sorpreso di esser riuscito per la prima volta a ottenere una luce calda ma molto forte nel mio autoritratto. I colori d'ombra mi erano venuti un pochino più forti, ma era quei riflessi di luce così caldi che tanto aveva attirato in me l'attenzione delle ombre di Caravaggio, ma alla fine rimasi comunque soddisfatto del risultato pittorico, anche se dopo molti anni rivedo gli sbagli che facevo.
Quello stesso anno, dopo il mio autoritratto, realizzai un altro mio autoritratto, ma molto più grande che era 120x80, la mia prima vera opera più grande che avevo iniziato. Questo mio autoritratto lo creai ancor di più con una luce caravaggesca molto più violenta del primo autoritratto. Fu un grande lavoro di preparazione della composizione, perché le foto preparatorie me le scattò mio padre durante dei fasci di luce molto forti che entravano dalla finestra. Nello stesso quadro io creai una scenografia in cui dipinsi una finestra a fianco di dove ero seduto. Fuori dalla finestra scelsi di dipingere un paesaggio collinare del mio paese Lonigo con il simbolo architettonico della Rocca Pisana (costruita da Scamozzi, allievo di Andrea Palladio).
La mia terra è una terra ricchissima d'arte e cultura, in cui spero venga mantenuta come tale anche nei secoli futuri e per questo ho deciso di immortalare in uno scorcio di collina, uno dei luoghi più belli d Italia a parer mio. Molti anni fa quando era venuto Vittorio Sgarbi a Lonigo, disse che la nostra Rocca Pisana, per il luogo in cui è situata, secondo lui era il luogo più bello di tutta Italia, perché nessuna villa ha un panorama così tanto ampio e collinare, ma io a parte questo amo molto la mia terra e anche l italia, che avrebbe bisogno di essere molto più apprezzata. In questo mio grande dipinto dove mi sono autoritratto, ho rappresentato anche una natura morta in primo piano e volevo riuscire a ricreare quell atmosfera come facevano i grandi pittori di nature morte del 1600 che abbinavano persone e natura morta., per rievocare e omaggiare loro. Questo mio autoritratto, voleva essere un insieme di temi che io amo molto, ma dipinti con un gran fascio di luce, rifacendomi al fascio di luce che emanava l opera di Caravaggio nella “Vocazione di San Matteo”.
Dopo questo mio grande autoritratto, ho realizzato un opera ancora più grande nel 1998 il ritratto dei miei genitori con una tavola imbandita, e successivamente nello steso anno ho realizzato sempre un altro grande ritratto di mio fratello quando aveva solo 13 anni. In questi ritratti ho imparato molte cose sulla tecnica pittorica e anche errori che poi ho evitato nel tempo e mi sono perfezionato poi di più sulla tecnica delle velature in pittura in cui ho imparato a gestire molto meglio le tonalità della pelle.
Durante il periodo dell accademia di belle arti a Verona, provai a dipingere un altro mio autoritratto, che venne poi definito successivamente dai critici d arte una bella interpretazione storica di un opera di Caravaggio, esattamente dall opera “il ragazzo che monda un frutto” in cui anche io tengo il viso con gli occhi rivolti verso il basso. Ammetto che non era mia intenzione all inizio interpretare questo dipinto perché a dir la verità io non conoscevo quest opera di Caravaggio, e la vidi molti anni dopo dal vivo al museo Puskin di Mosca rendendomi conto di quello era il paragone raccontato da un critico d arte che ho conosciuto. In questo autoritratto ho imparato a conoscere meglio i colori della pelle e per capirli bene mi sono ripreso in mano gli studi degli antichi maestri come Leonardo da Vinci, o di Bouguereau che dipingevano pelli molto vellutate, trasparenti e molto luminose, e da quel momento sono stati i miei maestri , anche se sono vissuti molti secoli fa. Studiare il colore della pelle da loro mi ha aperto un mondo immenso pieno di conoscenze che ho sviluppato anche io attraverso ore, giorni, mesi, anni di pittura davanti al mio cavalletto ogni giorno.
Dopo molti anni di pratica ora insegno la tecnica della pittura del ritratto nelle botteghe d'arte prendendo come studi per i miei allievi questi grandi colossi della storia dell'arte, ma trattando a volte anche altri grandi ritrattisti di varie epoche da cui cè tutto per imparare a dipingere sia un ritratto in stile classico che in stile iperrealista.