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Biografia

Natura morta

La natura morta è stato il mio primo amore nella pittura osservando gli antichi maestri rinascimentali e fiamminghi, quando all età di 13 anni iniziai a conoscere la grande pittura,

sia ai musei,e sia guardando mio padre dipingere, e cosi sviluppai questa passione, nonostante fin da piccolissimo disegnassi fin dal mio primo anno di vita, con le matite a scarabocchiare.

Il mio primo vero approccio alla pittura fu all età di 6 anni, quando guardando mio padre dipingere, io volevo anche provare, e cosi mi diede i colori a tempera, che erano gli unici che potevo adoperare, perché i colori ad olio e solventi, erano troppo tossici a quell età, ma iniziai a usare i colori ad olio all età di 13 anni quando provai a dipingere la mia prima natura morta, e la dipinsi in circa due ore con pennellate molto impressioniste, ma fui felice del risultato della mia prima natura morta.

Quando iniziai andare vedere i musei, rimasi colpito dalla forte luce e ombra che usavano i pittori come Caravaggio, Rembrandt, e tutti i pittori caravaggisti discepoli di quella corrente pittorica, e io volevo assolutamente imparare a dipingere in quel modo. Provai così a dipingere la canestra di frutta di Caravaggio. Il primo risultato di questa natura morta fu un pochino migliore del primo quadro ad olio che dipinsi poco prima, e mi animai a continuare cercando di migliorare sempre di più, fortunatamente vedendo sempre risultati migliori quadro dopo quadro. All inizio io dipingevo solo nature morte, ero molto colpito dal genere classico antico italiano e fiammingo. Per un lungo periodo ho studiato e praticato nella natura morta, le riproduzioni degli antichi maestri per imparare la tecnica,soprattutto riproducendo nature morte di pittori della corrente caravaggesca (scopri di più sul caravaggismo)

https://it.wikipedia.org/wiki/Natura_morta

Studiando bene e dipingendo varie loro opere, un po alla volta riuscii a comprendere i segreti della loro tecnica, fino a quando durante il liceo artistico che frequentavo a Vicenza, portai una riproduzione dipinta ad olio di uno dei pittori che a me piacciono davvero molto, era italiano, il grande maestro Evaristo Baschenis, vissuto nel 1600 e la mia natura morta inizio a essere vista in classe dalla mia insegnante di disegno e dai miei compagni. Ricordo ancora che io ero molto timido e mi vergognavo a tirar fuori questa natura morta, mi sembrava fuori luogo in un ambiente dove io frequentavo la prima classe liceo artistico, ma poi lo feci e mostrai questo dipinto e quel giorno la mia natura morta girò per tutte le classi del liceo artistico di Vicenza, e tutti mi chiesero dove io avessi imparato a dipingere così. Io quando ero a casa dopo aver fatto i compiti di scuola e studiato mi mettevo a dipingere anche fino alle 2 di notte e la mattina dopo mi alzavo alle 6 per prendere il pulman dal mio paese Lonigo per andare a Vicenza. Anche il sabato e la domenica dipingevo sempre, uscivo poco con gli amici, non era un mio obiettivo principale. Quello che io amavo di più e che mi rilassava cosi tanto era dipingere, dipingere, e dipingere le mie nature morte studiando tutte le sfumature degli antichi maestri.

Poi mi sono avvicinato alla pittura iperrealista qualche anno dopo, durante la frequentazione dell'Accademia di Belle Arti quando il mio insegnante mi fece conoscere chi erano i pittori iperrealisti di cui io amavo questa corrente, e la loro fedelissima riproduzione della realtà, ma già prima cercavo di trovare le mie composizioni personali da dipingere, quando ancora il mio insegnante non mi aveva fatto conoscere l iperrealismo. Quando iniziai il primo anno di Accademia a Verona, durante i primi giorni, avevo scelto la natura morta che volevo dipingere, attraverso una mia foto che volevo riprodurre, ma il mio insegnante non era del tutto d accordo, perché mi diceva che dovevo trovare il mio percorso pittorico, senza copiare gli antichi maestri. Su per giù volevo quasi abbandonare l accademia dopo poco, ma decisi di rimanere per capire come sviluppare la mia arte, e perché l ambiente accademico mi piaceva molto, e lui seppe spronarmi aiutandomi molto e infatti fu un insegnante che mi aiuto moltissimo in quattro anni di accademia, ma per aiuto cosa intendo? Niente tecnica pittorica, lui disse che era dentro di me e che dovevo svilupparla io, ma ciò che contava molto per lui, e che poi ha sviluppato molto anche me, era la ricerca dell identità artistica per poter farmi riconoscere in un futuro non molto lontano come artista, speravo di affermarmi con le mie nature morte classiche all inizio, ma lui sconvolse tutto ciò che era la mia idea, e fortunatamente la sconvolse in meglio, e cosi nella natura morta mi consigliò come meglio strutturare le mie composizioni senza farmi troppo influenzare da altri pittori famosi. Mi diceva che copiare da altri serve fino a un certo punto, per conoscere la tecnica pittorica, ma poi si deve trovare la propria identità volente o nolente, perché il successo di un pittore è decretato dalle sue idee nuove, ma messe in pratica con la conoscenza tecnica che io avevo. Lui mi invitò a seguire tutte le mostre e andare a vedere tutti i generi pittorici, perché qualsiasi fonte poteva essere un ispirazione per le mie nature morte.